giovedì 13 febbraio 2014

Nuovi sviluppi sull'atroce vicenda di Marius, il cucciolo di giraffa ucciso dai responsabili dello zoo di Copenaghen. Nuove deliranti dichiarazioni del dirigente della struttura: "ucciso perchè di troppo". E ancora: "interessante per i bambini vederlo sezionato e poi sbranato". Le assurde scuse per non affidare l'animale ad altri zoo

Nuovi sviluppi sull'atroce vicenda di Marius, il cucciolo di giraffa ucciso dai responsabili dello zoo di Copenaghen. Ci eravamo già occupati di questa triste e vergognosa storia (vedi post del 09 02 2014). Nei giorni scorsi Bengst Holst, il direttore scientifico della struttura finito nella bufera e subissato di proteste da ogni parte del mondo, ha rilasciato delle nuove dichiarazioni ancor più scioccanti delle precedenti.


Il povero Marcus e il suo dolce sguardo [Fonte: www.lastampa.it]
In primo luogo, il dirigente ha smentito che Marius sia stato soppresso perché nato da un accoppiamento fra consanguinei. Pare che la verità sia un'altra, ancora più assurda: l'animale era semplicemente "di troppo"! Secondo un'intervista riportata sul sito de La Stampa, Holst avrebbe spiegato in tutta tranquillità che "quella giraffa, in base alle analisi genetiche della popolazione di appartenenza, era in eccesso. Lo zoo di Copenaghen fa parte di un’associazione di decine di zoo in Europa che incrocia i dati e valuta il patrimonio genetico da preservare". Di fronte alle rimostranze di chi gli faceva notare che un essere vivente non è solo un mucchio di cromosomi, e che comunque altre strutture si erano offerte di adottare il cucciolo, il direttore non si è scomposto. Marius non è stato dato ad uno zoo inglese, che si era proposto per l'affidamento, poichè la struttura britannica "appartiene alla nostra associazione, e che quindi ha lo stesso problema, dal nostro punto di vista. In base al codice genetico la giraffa è di troppo". Ma il piccolo esemplare non è stato dato nemmeno ad un giardino zoologico svedese, esterno al circuito di cui fa parte quello danese: "non ci fidiamo, quello zoo non fa parte dell’associazione e non ha lo stesso codice [...] noi abbiamo regole molto rigide, noi non avremmo mai potuto vendere quella giraffa". Che squisita sensibilità. Infatti l'hanno ucciso a colpi di pistola e sezionato di fronte ad adulti e bambini, per poi usare la carne per nutrire i carnivori ospiti della struttura. Ma il direttore di mengeliana memoria non trova nulla di strano anche in questo. "Il cuore di una giraffa è interessantissimo, è enorme - è la sua delirante risposta - E secondo me è istruttivo per un bambino vedere com’è fatto un animale da dentro". E naturalmente un bambino non può aspettare fino alla morte naturale dell'animale, per soddisfare cotanta curiosità scientifica. Holst sottolinea come le autopsie degli animali vengano eseguite sempre, ma la genialata è che "stavolta abbiamo pensato che farla vedere potesse essere interessante". D'altronde, precisa lo scienziatucolo a beneficio di chi non se ne fosse accorto, "la giraffa non è un animale che si vede tutti i giorni per strada". Per fortuna anche quelli come lui non si vedono tutti i giorni a capo dei giardini zoologici. Infatti Holst, non pago di aver detto tante assurdità, difende a spada tratta anche la decisione di aver dato in pasto al pubblico (mi si perdoni il gioco di parole) lo spettacolo della carcassa del povero cucciolo sbranata dai leoni. "Quello che è successo in quella gabbia - afferma il direttore - è quello che succede tutti i giorni nella natura. I più forti mangiano i più deboli". E poi fornisce l'ennesima prova di non possedere il più piccolo barlume di sensibilità, carità ed empatia: "mi sorprendo che ci si scandalizzi per queste cose e mi sorprendo che stia accadendo tutto questo per quella giraffa". Già, avevamo dimenticato che fosse solo una giraffa. E per giunta di soli 18 mesi. E che, come ammesso dallo stesso Holst, fosse "sanissima". E che, quindi, debba morire in modo atroce semplicemente per una stupida e crudele decisione umana. Le cui motivazioni, peraltro, hanno la stessa consistenza di un discorso di Antonio Razzi. Purtroppo, a differenza delle sconnesse argomentazioni del senatore di Forza Italia, non fanno ridere per niente. Infatti, la criminale decisione dello staff dello zoo danese è stata censurata non solo dall'opinione pubblica e da autorevoli organismi di protezione degli animali, ma in prima battuta da altre strutture zoologiche europee. Lo dimostra il fatto che diverse di queste avessero dato la propria disponibilità ad accogliere il povero Marius. E non crediamo che questi zoo siano amministrati da irresponsabili pronti ad infrangere a cuor leggero regole o prassi consolidate su presunti patrimoni genetici da tutelare. Discorsi che si qualificano solo per quello che sono: deliri di onnipotenza di reminiscenza nazista. Che fanno inorridire anche se applicati agli animali. Perché si tratta comunque di esseri viventi. E nel caso specifico di Marius, non esisteva alcun motivo oggettivo per abbatterlo. Era sano e non rappresentava alcun pericolo né per sé, né per altri uomini o animali. Aveva solo due sfortune. La prima era quella di essere nato in cattività. La seconda era quella di appartenere ad uno zoo il cui direttore scientifico non è un essere umano. (Fredi Mereu)
Il corpo del cucciolo sezionato in pubblico [Fonte: www.lastampa.it]

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