venerdì 14 febbraio 2014

Elezioni regionali Sardegna. A due giorni dal voto, tracciamo un profilo dei candidati governatori delle coalizioni principali e riassumiamo i loro programmi. 2) Murgia e Pili


A due giorni dal voto per le elezioni regionali, tracciamo un breve profilo degli aspiranti Governatori e riepiloghiamo sommariamente i loro programmi. Oggi ci occuperemo di altri due candidati: Michela Murgia, leader della coalizione Sardegna Possibile, e Mauro Pili, candidato dello schieramento Unidos.

 
Michela Murgia [Fonte: pbs.twimg.com]

Michela Murgia è nata a Cabras, nell’oristanese, nel 1972. E’ sposata. Da ragazza intraprende un percorso di formazione tecnica ad Oristano, lavorando come cameriera per pagarsi gli studi. In seguito, frequenta l’Istituto di Scienze Religiose nello stesso capoluogo. Negli anni ’90 insegna religione in diverse località della Sardegna, per poi dedicarsi a vari altri lavori, da messo notificatore ad impiegata, da grafico e portiere notturno a telefonista. A questo punto diventa scrittrice, pubblicando nel 2006 il suo primo libro Il mondo deve sapere - Diario tragicomico di una telefonista precaria, ispirato proprio alla sua esperienza lavorativa in un call center. Dal romanzo vengono tratte un’opera teatrale omonima (di David Emmer e Teresa Saponangelo) e la sceneggiatura per il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. La carriera di autrice prosegue negli anni successivi con Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede (2008), e soprattutto Accabadora (2009), tradotto in decine di lingue e vincitore di diversi premi nazionali. Nel 2011 pubblica  Ave Mary. E la Chiesa creò la donna, e nel 2012 L’incontro e Presente (quest’ultimo con altri tre autori). Scrive anche altri racconti inseriti all’interno di raccolte antologiche. Collabora con diversi periodici e quotidiani ed è socia onoraria del Coordinamento Teologhe Italiane. Nel corso degli anni, partecipa anche ad alcune iniziative a sostegno del giornalismo e della lettura. A livello politico, si dichiara pubblicamente indipendentista nel 2010. Sostiene da simpatizzante prima il movimento IRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna, e successivamente ProgReS – Progetu Repubrica. Nell’agosto del 2013 decide di presentarsi alle elezioni regionali dell’anno successivo come candidata presidente della coalizione Sardegna Possibile, sostenuta da tre liste di cui una politica (il già citato movimento ProgReS), e due civiche (Comunidades e Gentes). Tra i candidati presenti nelle liste, svariati rappresentanti della società civile, attivisti di movimenti, e anche qualche esponente politico di area non indipendentista o civica, che ha abbracciato il progetto coagulatosi intorno alla figura della scrittrice. Emblematico, in questo senso, il caso di Valentina Sanna, ex presidente regionale del PD. La Sanna, da sempre voce critica all’interno del partito, si era alla fine dimessa l’estate scorsa manifestando un profondo dissenso sulle politiche e sull’organizzazione interna del PD, sia a livello nazionale che regionale. Michela Murgia e le forze che la sostengono propongono un programma elettorale che parte dalla presa di distanza dalla politica tradizionale di centrodestra e centrosinistra, considerata responsabile della grave situazione economico-sociale sarda in quanto asservita ai poteri forti e incapace di ascoltare i bisogni dei cittadini e del territorio. Da questa premessa, si sviluppa una proposta imperniata sulla valorizzazione e sullo sviluppo del patrimonio culturale, archeologico, naturalistico e agroalimentare, sulla difesa del territorio e sulla riorganizzazione delle politiche energetiche e della salute. Il progetto non intende perseguire questi scopi ai soli fini turistici, ma si pone l’obiettivo di dare all’Isola una più incisiva capacità decisionale e gestionale su alcuni settori strategici come quelli della filiera dell’agricoltura e dell’allevamento, dell’energia e dei trasporti. Il tutto dovrà avvenire attraverso un continuo ascolto della voce dei cittadini: in quest’ottica, è nata l’idea delle Coronas de Logu, una sorta di consigli di cittadinanza che diano concreta attuazione ad una democrazia di tipo partecipativo, in cui le decisioni non vengano calate dall’alto. Sotto alcuni profili, la visione politica della Murgia si avvicina a quella del Movimento Cinque Stelle. E dal momento che questo soggetto politico ha deciso di non presentarsi alle consultazioni regionali, è presumibile che la coalizione guidata dalla Murgia possa intercettare i voti di almeno una parte dell’elettorato pentastellato. A conferma di questo, svariati esponenti del M5S stanno sostenendo, perlomeno ufficiosamente, la candidatura della scrittrice di Cabras. Di contro, nel corso della campagna elettorale, Michela Murgia è stata attaccata dai suoi avversari degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Il Governatore uscente Ugo Cappellacci l’ha accusata di predicare bene e razzolare male, in quanto la sua corsa a Villa Devoto sarebbe sponsorizzata in maniera occulta da armatori privati, tra cui Gianni Onorato. La scrittrice ha annunciato che sporgerà querela contro Cappellacci e ha smentito con forza questa ipotesi, ribadendo la trasparenza nella raccolta e nella gestione dei fondi per la campagna elettorale. Anche dal centrosinistra sono arrivate critiche alla Murgia, accusata da alcuni (come il regista Paolo Virzì) di sottrarre voti alla sinistra a tutto vantaggio di Cappellacci. Sulla questione del “voto utile” si è espresso anche Matteo Renzi durante la sua recente visita in Sardegna a sostegno della candidatura di Francesco Pigliaru. Secondo il segretario nazionale del PD (e prossimo premier), “la Murgia non ha alcuna possibilità di vittoria, quindi un voto dato a lei può mettere a posto la coscienza ma avvantaggia la destra”. Lo stesso Renzi e Pigliaru hanno anche rimproverato alla scrittrice di essere fautrice di un progetto “fatto solo di idealità”, privo di “cose concrete”. La Murgia ha ribattuto agli attacchi liquidando la questione del “voto utile” con un netto rifiuto delle logiche compromissorie: “Accettare il compromesso e turarsi il naso: me lo dicevano anche al call center. Ma il futuro non si fa coi passi indietro”. Per quanto concerne, invece, le accuse sulla vacuità delle sue proposte, la Murgia ha risposto illustrando in più occasioni i provvedimenti concreti riportati sul programma elettorale. Inoltre, ha accomunato i propri avversari di entrambi gli schieramenti, individuandoli come corresponsabili dell’attuale situazione dell’Isola. “Centrodestra e centrosinistra – ha sottolineato la scrittrice – hanno difeso in Sardegna gli stessi interessi”. Ecco perché l’autrice rivendica di porsi come elemento di rottura rispetto alle logiche seguite finora, affermando che una vittoria della propria coalizione rappresenterebbe “uno storico momento di cambiamento”.

 

Mauro Pili [Fonte: lanuovasardegna.gelocal.it ]
Mauro Pili è nato a Carbonia nel 1966. E’ figlio di Domenico, noto esponente del PSI sardo e già consigliere e assessore regionale fra gli anni ’80 e ‘90, protagonista di vicende giudiziarie in seguito alle quali è stato condannato in via definitiva per corruzione aggravata. Il figlio Mauro mastica pane e politica fin da giovane, partecipando, fra le altre cose, alla promozione del referendum contro le basi NATO in Sardegna. Giornalista in ambito regionale, lavora sia per la carta stampata che per testate televisive. Nel 1993, a 27 anni, si pone a capo di una lista civica e viene eletto sindaco di Iglesias, mandato che ricoprirà anche nella legislatura successiva. Poi passa a Forza Italia, di cui diventerà in seguito coordinatore regionale per un anno, dal 2000 al 2001. Ma ancor prima, forte dell’investitura di Silvio Berlusconi, si candida alle elezioni regionali del 1999. Le vince con il 53,7 % dei voti, diventando, a 32 anni, il più giovane presidente della Regione nella storia autonomistica. E’ nota la vicenda relativa al suo discorso di insediamento, che riportava errori e dati sbagliati sulla Sardegna: il testo risultò copiato fin nei dettagli dal programma di Formigoni per la Lombardia. Non una novità per l’enfant prodige sulcitano, che anche all’esame per l’esercizio della professione giornalistica era stato coinvolto in una vicenda analoga. In ogni caso, a causa dei meccanismi della legge elettorale in vigore all’epoca, Pili non ottiene in Aula i numeri sufficienti per la fiducia al suo esecutivo. E’ quindi costretto ad abbandonare l’incarico dopo pochi mesi. Due anni dopo, Pili diventa nuovamente Governatore. Stavolta ad incoronarlo non sono le urne, bensì i voti dell’Assemblea che, dopo le dimissioni di Mario Floris, gli consentono di ottenere una assai traballante maggioranza fino al 2003. In quegli stessi anni, Pili è membro di diversi organismi di rappresentanza regionale in ambito nazionale ed europeo. Partecipa anche alla competizione per le regionali del 2004 ma viene sconfitto da Renato Soru, imprenditore e fondatore di Tiscali e candidato della coalizione di centrosinistra Sardegna Insieme. Nel 2006 Pili viene inserito nelle liste elettorali per la Camera dei deputati e ottiene un seggio a Montecitorio, ricoprendo anche il ruolo di capogruppo forzista. Viene riconfermato alla Camera anche nel 2008 e nel 2013. Nel corso della sua esperienza parlamentare, Pili si concentra soprattutto sui temi dei rapporti fra Stato e Regione, in particolare sulla continuità territoriale. Nella primavera dello scorso anno, Pili viene indagato dalla Procura del capoluogo sardo per falso ideologico in relazione alla visita in carcere al presidente del Cagliari Calcio Massimo Cellino. Il patron della società rossoblu era allora detenuto in via cautelare, nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di adeguamento dello stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena. Pili, recatosi a trovarlo in veste di deputato al carcere di Buoncammino, era accompagnato dall’ex calciatore e dirigente sportivo Gigi Riva. L’accusa è quella di aver fatto entrare l’ex campione nella struttura penitenziaria in maniera fraudolenta, accreditandolo per iscritto come suo portaborse. Riva ha accusato Pili di avergli fatto firmare un foglio del quale non conosceva il contenuto, ma si è ritrovato anch’egli indagato, insieme allo stesso Pili e a Sergio Zuncheddu, editore dell’Unione Sarda. Tornando alle vicende politiche, nello scorso autunno Pili lascia FI e confluisce nel Gruppo Misto. Decide di presentarsi alle elezioni regionali del 2014 a capo della coalizione Sardegna unita, formata dalle liste Unidos Mauro Pili, Fortza Paris, Soberania, Mauro Pili Presidente. Il programma di governo prende le mosse dall’affermazione dell’identità sarda, attraverso una rivendicazione dei propri diritti e della propria autonomia dalle logiche partitiche, sia di destra che di sinistra, imposte a livello nazionale. L’obiettivo dichiarato è quello di difendere gli interessi dell’Isola e rimetterne in moto l’economia. A questo proposito, Pili ha manifestato l’intenzione di puntare, tra l’altro, sul “rilancio dell’immenso patrimonio dei nuraghi”. Secondo il deputato sulcitano, la civiltà nuragica rappresenta una potenziale ricchezza da oltre 2 miliardi di euro, capace di garantire un posto di lavoro per ogni nuraghe e di rappresentare un formidabile volano nella promozione del brand Sardegna sul mercato turistico internazionale. Questo sistema archeologico può andare infatti ad integrarsi “in un’unica filiera che abbracci artigianato, agricoltura, allevamento, enogastronomia, cultura, turismo”. A proposito di allevamento e dei morbi che flagellano il comparto, Pili richiama l’attenzione sulla necessità di “un piano strategico, straordinario e urgente”, per “debellare lingua blu e peste suina”. L’ex esponente di FI sostiene anche la necessità di tutelare il territorio consentendo un’attività edilizia che si concentri “non solo sul numero dei  metri cubi come hanno fatto Soru e Cappellacci”. Occorre invece “introdurre la qualità come base di ogni pianificazione”. Il concetto della qualità, accompagnato da quello dell’efficienza, dovrebbe ispirare, secondo Pili, anche una riorganizzazione del settore della Sanità. Un obiettivo raggiungibile solo “con un utilizzo corretto delle risorse”, e attraverso “una gestione che non sia nelle mani di una politica il cui unico obiettivo è quello di sistemare gli amici”. (Fredi Mereu)

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