A due giorni dal voto per le elezioni regionali, tracciamo
un breve profilo degli aspiranti Governatori e riepiloghiamo sommariamente i
loro programmi. Oggi ci occuperemo di altri due candidati: Michela Murgia,
leader della coalizione Sardegna Possibile, e Mauro Pili, candidato dello
schieramento Unidos.
 |
Michela Murgia [Fonte: pbs.twimg.com] |
Michela Murgia è nata
a Cabras, nell’oristanese, nel 1972. E’ sposata. Da ragazza intraprende un
percorso di formazione tecnica ad Oristano, lavorando come cameriera per
pagarsi gli studi. In seguito, frequenta l’Istituto di Scienze Religiose nello
stesso capoluogo. Negli anni ’90 insegna religione in diverse località della
Sardegna, per poi dedicarsi a vari altri lavori, da messo notificatore ad
impiegata, da grafico e portiere notturno a telefonista. A questo punto diventa
scrittrice, pubblicando nel 2006 il suo primo libro Il mondo deve sapere - Diario tragicomico di una telefonista precaria,
ispirato proprio alla sua esperienza lavorativa in un call center. Dal romanzo
vengono tratte un’opera teatrale omonima (di David Emmer e Teresa Saponangelo)
e la sceneggiatura per il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. La carriera di autrice prosegue negli anni
successivi con Viaggio in Sardegna.
Undici percorsi nell’isola che non si vede (2008), e soprattutto Accabadora (2009), tradotto in decine di
lingue e vincitore di diversi premi nazionali. Nel 2011 pubblica Ave Mary. E la Chiesa creò la donna, e nel
2012 L’incontro e Presente (quest’ultimo con altri tre autori).
Scrive anche altri racconti inseriti all’interno di raccolte antologiche.
Collabora con diversi periodici e quotidiani ed è socia onoraria del
Coordinamento Teologhe Italiane. Nel corso degli anni, partecipa anche ad
alcune iniziative a sostegno del giornalismo e della lettura. A livello
politico, si dichiara pubblicamente indipendentista nel 2010. Sostiene da
simpatizzante prima il movimento IRS – Indipendentzia Repubrica de Sardigna, e
successivamente ProgReS – Progetu Repubrica. Nell’agosto del 2013 decide di
presentarsi alle elezioni regionali dell’anno successivo come candidata
presidente della coalizione Sardegna Possibile, sostenuta da tre liste di cui
una politica (il già citato movimento ProgReS), e due civiche (Comunidades e
Gentes). Tra i candidati presenti nelle liste, svariati rappresentanti della
società civile, attivisti di movimenti, e anche qualche esponente politico di
area non indipendentista o civica, che ha abbracciato il progetto coagulatosi
intorno alla figura della scrittrice. Emblematico, in questo senso, il caso di
Valentina Sanna, ex presidente regionale del PD. La Sanna, da sempre voce
critica all’interno del partito, si era alla fine dimessa l’estate scorsa
manifestando un profondo dissenso sulle politiche e sull’organizzazione interna
del PD, sia a livello nazionale che regionale. Michela Murgia e le forze che la
sostengono propongono un programma elettorale che parte dalla presa di distanza
dalla politica tradizionale di centrodestra e centrosinistra, considerata
responsabile della grave situazione economico-sociale sarda in quanto asservita
ai poteri forti e incapace di ascoltare i bisogni dei cittadini e del
territorio. Da questa premessa, si sviluppa una proposta imperniata sulla
valorizzazione e sullo sviluppo del patrimonio culturale, archeologico,
naturalistico e agroalimentare, sulla difesa del territorio e sulla
riorganizzazione delle politiche energetiche e della salute. Il progetto non
intende perseguire questi scopi ai soli fini turistici, ma si pone l’obiettivo
di dare all’Isola una più incisiva capacità decisionale e gestionale su alcuni
settori strategici come quelli della filiera dell’agricoltura e
dell’allevamento, dell’energia e dei trasporti. Il tutto dovrà avvenire
attraverso un continuo ascolto della voce dei cittadini: in quest’ottica, è
nata l’idea delle Coronas de Logu, una sorta di consigli di cittadinanza che
diano concreta attuazione ad una democrazia di tipo partecipativo, in cui le
decisioni non vengano calate dall’alto. Sotto alcuni profili, la visione
politica della Murgia si avvicina a quella del Movimento Cinque Stelle. E dal
momento che questo soggetto politico ha deciso di non presentarsi alle
consultazioni regionali, è presumibile che la coalizione guidata dalla Murgia
possa intercettare i voti di almeno una parte dell’elettorato pentastellato. A
conferma di questo, svariati esponenti del M5S stanno sostenendo, perlomeno
ufficiosamente, la candidatura della scrittrice di Cabras. Di contro, nel corso
della campagna elettorale, Michela Murgia è stata attaccata dai suoi avversari
degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Il Governatore uscente Ugo
Cappellacci l’ha accusata di predicare bene e razzolare male, in quanto la sua
corsa a Villa Devoto sarebbe sponsorizzata in maniera occulta da armatori
privati, tra cui Gianni Onorato. La scrittrice ha annunciato che sporgerà
querela contro Cappellacci e ha smentito con forza questa ipotesi, ribadendo la
trasparenza nella raccolta e nella gestione dei fondi per la campagna
elettorale. Anche dal centrosinistra sono arrivate critiche alla Murgia,
accusata da alcuni (come il regista Paolo Virzì) di sottrarre voti alla
sinistra a tutto vantaggio di Cappellacci. Sulla questione del “voto utile” si
è espresso anche Matteo Renzi durante la sua recente visita in Sardegna a sostegno
della candidatura di Francesco Pigliaru. Secondo il segretario nazionale del PD
(e prossimo premier), “la Murgia non ha alcuna possibilità di vittoria, quindi
un voto dato a lei può mettere a posto la coscienza ma avvantaggia la destra”.
Lo stesso Renzi e Pigliaru hanno anche rimproverato alla scrittrice di essere
fautrice di un progetto “fatto solo di idealità”, privo di “cose concrete”. La
Murgia ha ribattuto agli attacchi liquidando la questione del “voto utile” con
un netto rifiuto delle logiche compromissorie: “Accettare il compromesso e
turarsi il naso: me lo dicevano anche al call center. Ma il futuro non si fa
coi passi indietro”. Per quanto concerne, invece, le accuse sulla vacuità delle
sue proposte, la Murgia ha risposto illustrando in più occasioni i
provvedimenti concreti riportati sul programma elettorale. Inoltre, ha
accomunato i propri avversari di entrambi gli schieramenti, individuandoli come
corresponsabili dell’attuale situazione dell’Isola. “Centrodestra e
centrosinistra – ha sottolineato la scrittrice – hanno difeso in Sardegna gli
stessi interessi”. Ecco perché l’autrice rivendica di porsi come elemento di
rottura rispetto alle logiche seguite finora, affermando che una vittoria della
propria coalizione rappresenterebbe “uno storico momento di cambiamento”.
 |
Mauro Pili [Fonte: lanuovasardegna.gelocal.it ] |
Mauro Pili è nato
a Carbonia nel 1966. E’ figlio di Domenico, noto esponente del PSI sardo e già
consigliere e assessore regionale fra gli anni ’80 e ‘90, protagonista di
vicende giudiziarie in seguito alle quali è stato condannato in via definitiva
per corruzione aggravata. Il figlio Mauro mastica pane e politica fin da
giovane, partecipando, fra le altre cose, alla promozione del referendum contro
le basi NATO in Sardegna. Giornalista in ambito regionale, lavora sia per la
carta stampata che per testate televisive. Nel 1993, a 27 anni, si pone a capo
di una lista civica e viene eletto sindaco di Iglesias, mandato che ricoprirà
anche nella legislatura successiva. Poi passa a Forza Italia, di cui diventerà in
seguito coordinatore regionale per un anno, dal 2000 al 2001. Ma ancor prima,
forte dell’investitura di Silvio Berlusconi, si candida alle elezioni regionali
del 1999. Le vince con il 53,7 % dei voti, diventando, a 32 anni, il più
giovane presidente della Regione nella storia autonomistica. E’ nota la vicenda
relativa al suo discorso di insediamento, che riportava errori e dati sbagliati
sulla Sardegna: il testo risultò copiato fin nei dettagli dal programma di
Formigoni per la Lombardia. Non una novità per l’enfant prodige sulcitano, che
anche all’esame per l’esercizio della professione giornalistica era stato
coinvolto in una vicenda analoga. In ogni caso, a causa dei meccanismi della
legge elettorale in vigore all’epoca, Pili non ottiene in Aula i numeri
sufficienti per la fiducia al suo esecutivo. E’ quindi costretto ad abbandonare
l’incarico dopo pochi mesi. Due anni dopo, Pili diventa nuovamente Governatore.
Stavolta ad incoronarlo non sono le urne, bensì i voti dell’Assemblea che, dopo
le dimissioni di Mario Floris, gli consentono di ottenere una assai traballante
maggioranza fino al 2003. In quegli stessi anni, Pili è membro di diversi
organismi di rappresentanza regionale in ambito nazionale ed europeo. Partecipa
anche alla competizione per le regionali del 2004 ma viene sconfitto da Renato
Soru, imprenditore e fondatore di Tiscali e candidato della coalizione di
centrosinistra Sardegna Insieme. Nel 2006 Pili viene inserito nelle liste
elettorali per la Camera dei deputati e ottiene un seggio a Montecitorio, ricoprendo
anche il ruolo di capogruppo forzista. Viene riconfermato alla Camera anche nel
2008 e nel 2013. Nel corso della sua esperienza parlamentare, Pili si concentra
soprattutto sui temi dei rapporti fra Stato e Regione, in particolare sulla
continuità territoriale. Nella primavera dello scorso anno, Pili viene indagato
dalla Procura del capoluogo sardo per falso ideologico in relazione alla visita
in carcere al presidente del Cagliari Calcio Massimo Cellino. Il patron della
società rossoblu era allora detenuto in via cautelare, nell’ambito
dell’inchiesta sui lavori di adeguamento dello stadio Is Arenas di Quartu
Sant’Elena. Pili, recatosi a trovarlo in veste di deputato al carcere di
Buoncammino, era accompagnato dall’ex calciatore e dirigente sportivo Gigi
Riva. L’accusa è quella di aver fatto entrare l’ex campione nella struttura
penitenziaria in maniera fraudolenta, accreditandolo per iscritto come suo
portaborse. Riva ha accusato Pili di avergli fatto firmare un foglio del quale
non conosceva il contenuto, ma si è ritrovato anch’egli indagato, insieme allo
stesso Pili e a Sergio Zuncheddu, editore dell’Unione Sarda. Tornando alle
vicende politiche, nello scorso autunno Pili lascia FI e confluisce nel Gruppo
Misto. Decide di presentarsi alle elezioni regionali del 2014 a capo della
coalizione Sardegna unita, formata dalle liste Unidos Mauro Pili, Fortza Paris,
Soberania, Mauro Pili Presidente. Il programma di governo prende le mosse
dall’affermazione dell’identità sarda, attraverso una rivendicazione dei propri
diritti e della propria autonomia dalle logiche partitiche, sia di destra che
di sinistra, imposte a livello nazionale. L’obiettivo dichiarato è quello di
difendere gli interessi dell’Isola e rimetterne in moto l’economia. A questo
proposito, Pili ha manifestato l’intenzione di puntare, tra l’altro, sul
“rilancio dell’immenso patrimonio dei nuraghi”. Secondo il deputato sulcitano,
la civiltà nuragica rappresenta una potenziale ricchezza da oltre 2 miliardi di
euro, capace di garantire un posto di lavoro per ogni nuraghe e di
rappresentare un formidabile volano nella promozione del brand Sardegna sul
mercato turistico internazionale. Questo sistema archeologico può andare
infatti ad integrarsi “in un’unica filiera che abbracci artigianato,
agricoltura, allevamento, enogastronomia, cultura, turismo”. A proposito di
allevamento e dei morbi che flagellano il comparto, Pili richiama l’attenzione
sulla necessità di “un piano strategico, straordinario e urgente”, per
“debellare lingua blu e peste suina”. L’ex esponente di FI sostiene anche la
necessità di tutelare il territorio consentendo un’attività edilizia che si
concentri “non solo sul numero dei metri
cubi come hanno fatto Soru e Cappellacci”. Occorre invece “introdurre la
qualità come base di ogni pianificazione”. Il concetto della qualità,
accompagnato da quello dell’efficienza, dovrebbe ispirare, secondo Pili, anche
una riorganizzazione del settore della Sanità. Un obiettivo raggiungibile solo
“con un utilizzo corretto delle risorse”, e attraverso “una gestione che non
sia nelle mani di una politica il cui unico obiettivo è quello di sistemare gli
amici”. (Fredi Mereu)